noi leali, ma dobbiamo essere audaci Per il premier la proposta sui patrimoni si può valutare solo in una riforma organica- Corriere.it

noi leali, ma dobbiamo essere audaci Per il premier la proposta sui patrimoni si può valutare solo in una riforma organica- Corriere.it

noi leali, ma dobbiamo essere audaci Per il premier la proposta sui patrimoni si può valutare solo in una riforma organica- Corriere.it


ROMA Non era stato avvertito, il premier, della proposta di Enrico Letta di tassare i più ricchi per pagare una dote ai giovani. E così la sua prima risposta è netta. Ed è un no che fa pensare a uno scontro tra Palazzo Chigi e il Pd. In realtà è vero che la proposta non trova entusiasta Mario Draghi, ma il contrasto viene poi ridimensionato, perché il pensiero del premier, colto di sorpresa dalla domanda, è più articolato. Il capo del governo ribadisce di essere dell’idea che in questo momento bisogna «dare ai cittadini e non prendere», ma fa sapere anche che le riforme fiscali non si possano fare a pezzetti e che, quando ci sarà una commissione, anche questa proposta verrà analizzata in maniera organica.

Letta, naturalmente, sa che questo tema non potrà essere affrontato dall’attuale governo, che unisce fronti così diversi. Ma ha ben presente un pericolo: «Rischiamo di essere giudicati dalla storia per aver condannato una generazione a privarsi del futuro. Per evitare la condanna, dobbiamo essere audaci». E audace lo è stato davvero Letta, che nei primi passi della sua leadership nel Pd ha sorpreso molti ed è stato paragonato al presidente americano Joe Biden. Letta si è mosso subito con piglio decisionista per mettere a tacere le correnti interne ma poi ha lanciato iniziative politiche coraggiose, qualcuno dice temerarie, percorrendo parallelamente due strade: quella dei diritti civili, con il rilancio dello ius soli e del ddl Zan, e ora quella dei diritti sociali, con la richiesta di alzare le tasse di successione per i ricchi, da destinare ai giovani dei ceti bassi e medi.



A chi lo avverte della pericolosità della tattica per gli equilibri del governo, ribadisce che «il Pd è il partito più leale nel sostegno all’esecutivo di Draghi» e che la partecipazione alla coalizione non può essere incompatibile con le nuove battaglie: «Dobbiamo tornare a essere un partito di centrosinistra. Il Pd vuole essere portatore di una nuova idea di progresso per il ventunesimo secolo». L’ha esposta nel libro «Anima e Cacciavite» che uscirà per Solferino Editore il 27 maggio. Libro nel quale spiega che il Pd deve difendere «i nuovi vulnerabili, i giovani, le donne e quelli che non hanno una sufficiente protezione sociale, come le partite Iva, i piccoli commercianti e gli esercenti».

La sterzata di Letta è stata preparata dal suo inner circle. La proposta l’hanno elaborata nel dettaglio Chiara Gribaudo e Antonio Misiani, con la supervisione dei due vice Irene Tinagli e Peppe Provenzano. L’idea serve anche a ridare una forte identità al Pd, separandone i destini dal Movimento, dopo un avvicinamento con la gestione Bettini-Zingaretti definito da molti eccessivo e in odore di subalternità. Non è un caso che i 5 Stelle, spiazzati, non abbiano commentato.

Letta è un moderato ma proprio come Biden sembra voler spostare il baricentro del partito a sinistra. Erano anni che non si vedeva partire dal Pd una proposta di redistribuzione e di progressività fiscale. Molte delle iniziative lanciate finora erano rivolte a una platea universale. Ma Letta non è certo diventato un pericoloso sovversivo, tanto che ai suoi ha ripetuto in questi giorni di essersi ispirato, più che alla sinistra antagonista, al Fondo monetario internazionale e a Macron. Ricordando come economisti liberali o riformisti come Tito Boeri o Roberto Perotti considerino l’italia «il paradiso fiscale delle successioni».

È una proposta, ha raccontato Letta, che «sintetizza l’anima e il cacciavite», lo slogan che dà il titolo al libro in uscita. Nel quale si legge: «È il momento per quelli della mia generazione di impegnarsi non con lo spirito dell’accumulo, ma con quello della restituzione. La colpa non va rimossa. Abbiamo tutti, collettivamente, la responsabilità di aver costruito negli ultimi vent’anni un futuro fosco per i ragazzi. Dobbiamo restituirglielo, il futuro. Anche perché solo così salviamo anche noi stessi. E se ne saremo capaci la storia ci condonerà un giudizio di condanna che fin qui sembra per molti versi ineluttabile».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

21 maggio 2021 (modifica il 21 maggio 2021 | 00:14)

© RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

Previous Asl Napoli 3 Sud, week-end con il vaccino Johnson & Johnson monodose

Leave Your Comment